Giovani politici a confronto:
Intervista a LUCA PIERMARTIRI, giovane amministratore del Partito Democratico
Brexit: il voto del referendum britannico ha portato alla luce, in maniera più marcata, gli errori e la rigidità dell’Unione. Alcuni parlano di una vittoria della democrazia, è il popolo che deve scegliere il proprio “destino”. Lei cosa ne pensa dei referendum su materie così importanti come i trattati internazionali e, alla luce della vittoria del leave, che succederà secondo lei alla Gran Bretagna?
“Sicuramente l’UE ha commesso errori portando fin troppa rigidità. Errori che nascono, sì per via della guida PPE, ma anche da un progetto politico che fatica a concludersi. Fino a quando sarà la finanza e non la politica a fare da padrone non usciremo mai da questo vicolo cieco. Tuttavia, non credo che la Brexit sia dovuta a cause di questo tipo, non del tutto. Ricordiamo che la Gran Bretagna non fa parte dell’Eurozona, una concessione che sinceramente non avrei concesso all’epoca. La Brexit ha preso forza per via delle campagne becere dell’estrema destra e dei populismi che tentano di dividere l’Europa: l’illusione di poter fare tutto da soli in un mondo che cambia velocemente e diventa sempre più complesso e frammentato, il sogno di restaurare antiche glorie di cui credo sia addirittura sciocco parlarne nel 2016, il cavalcare le paure insite nella gente (problemi sociali, economici, lavorativi, sicurezza). Tutte queste illusioni e debolezze vengono convogliate in campagne elettorali volte a confondere, ed è qui che poi si fa presto a far leva su un elettorato troppo spesso inesperto e poco consapevole. Vittoria della democrazia? Rispetto a quel che ho detto finora penso che esistano forze che appunto abusino della democrazia. Sul fatto se sia giusto o no far decidere tutti su materie di questo tipo la risposta migliore la fornisce la Costituzione italiana; l’articolo 75 vieta espressamente il referendum su temi economici e trattati internazionali. Giusto! Deve essere sempre l’amministratore eletto a dover dire l’ultima parola e a prendersi la responsabilità delle scelte. Un conto è parlare, informare e confrontarsi con il popolo, l’altro è andar dietro ad ogni singolo capriccio di massa. Non a caso il risultato referendario non è vincolante, spetta al Parlamento decidere. Vedremo cosa accadrà…. Mi pare che gli stessi fautori si siano già ridimensionati e che la gente si stia rendendo conto dello sbaglio. Non so come possa andare a finire, nessuno si aspettava un risultato così, quindi diventa difficile giudicare. Stanno prendendo tempo, probabilmente rimarranno. Stanno rischiando addirittura di sfaldare la Gran Bretagna, Scozia e Irlanda sono state chiare!”
La reazione immediata dell’Ue è stata l’approvazione della risoluzione per un’uscita rapida della Gran Bretagna dall’Unione. Se facessimo una proiezione “pro futuro” come vedrebbe modificato il quadro economico-politico dell’Unione post Brexit? L’Europa perderà pezzi o rimarrà salda e più coesa?
“Il Parlamento europeo ha fatto bene ad approvare questa risoluzione. Preso atto del risultato “democratico” non resta che invitare la Gran Bretagna ad uscire. E proprio su questa risoluzione vengono fuori le contraddizioni e l’inconsistenza dei populismi e dell’estrema destra. L’Ukip di Farage vota contro la risoluzione, quindi contro l’applicazione dell’art. 50 del Trattato di Lisbona. Il che è grave, essendo stato uno dei maggiori sostenitori della Brexit; avrebbe dovuto votare favorevolmente e dimettersi dall’Euro-parlamento. Così non è stato!. Prende tempo, non penso credesse realmente alla concretizzazione del SI. Ha fatto promesse allucinanti, lontane anni luce dalla realtà ed ora è costretto a rimangiarsele. Ora iniziamo a vedere le prime conseguenze ma se i promotori si tirano indietro e gli stessi elettori chiedono di ripetere il voto qualcosa, in peggio, sta accadendo. Detta in maniera cinica, la Gran Bretagna sarà monito per tutti, vedremo se le conseguenze negative dell’uscita supereranno le paure instillate dalle destre. Non credo che l’UE si sfalderà… ma i fuochi da spegnare sono troppi e finché non lì spegneremo non saremo nemmeno più coesi. Saremo un blocco di paesi che devono stare insieme per convenienza, tutto qua! Siamo ben lontani dall’idea originale di Unione Europea ”
La Gran Bretagna ha sempre rappresentato, in Europa, un contrappeso tra Francia e Germania. Ora, con l’uscita della Gran Bretagna, l’Unione Europea rischia di essere più Germano-centrica? E l’Italia che ruolo ha e che ruolo potrebbe avere, secondo lei, nella creazione del nuovo asse in sostituzione del vecchio asse Gran Bretagna – Germania – Francia?
“La percezione generale è che la Germania, a prescindere da contrappesi e non, sia già la padrona di casa. Una percezione vera solo in parte. La Germania ha fatto il suo dovere per se stessa, certo pur dimenticando troppo i principi di solidarietà. Sono gli altri ad essere stati meno bravi o addirittura assenti. La Francia non mi pare abbia avuto un peso così elevato, per lo più in questi anni si è accodata. E chi non fa parte dell’Euro non partecipa neppure all’Euro-vertice quindi è ovvio che poi conta chi si siede al tavolo e gioca bene le sue carte. Certo qualcosa cambierà ugualmente, la Gran Bretagna era la porta d’ingresso degli Stati Uniti ed ora si è chiamata fuori quindi ha perso il suo ruolo privilegiato. Mi pare che l’Italia stia cogliendo l’occasione e lavora bene in Europa già da tempo. Dopo anni e anni di nulla assoluto con Berlusconi, ora finalmente torniamo ad riconquistare credibilità. Il Governo italiano ha fatto delle battaglie importanti come ad esempio quella delle quote per la spartizione dei migranti e recentemente ha anche ottenuto maggiore flessibilità. Ed ora a scontrarci con la Germania per ottenere risultati siamo noi, mi sembra un cambiamento in positivo. Purtroppo, i gruppi populisti italiani che siedono in Europa non aiutano. In questo momento l’Italia è in posizione sulla pedana di partenza. Se corriamo bene rimarremo sul podio a prescindere se la Gran Bretagna uscirà oppure no. Dovremmo avere l’ambizione di porci alla guida dei paesi “PIGS” (Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna). Tutti esempi di paesi che da soli non possono farcela. Portogallo, Spagna e Grecia sono sul Mediterraneo come noi, è un ragionamento che imposterei”
