Un nuovo Leviatano: tra libertà e coercizione

E se vi dicessi che la teoria di Hobbes è ancora attuale?

Partiamo dal Leviatano, cosa teorizzava Hobbes?

L’uomo per Hobbes è la parte disordinata della natura e questo disordine è dato dall’uguaglianza naturale degli uomini. L’uomo è naturalmente conflittuale e dalla sua condizione naturale che nascono competizione e guerre fra uomini che, essendo tutti uguali, in natura non sono mai al sicuro l’uno dall’altro.

Per Hobbes la natura umana non è sociale ma animale. L’assenza di cooperazione fra gli uomini porta necessariamente alla loro uscita dallo stato di natura ma non per giustizia o per considerazioni di verità ma per utilità ovvero la Paura della Morte. La legge naturale è un comando che vieta ad un uomo di fare ciò che è lesivo per la sua vita. Quindi, secondo Hobbes è necessario costruire condizioni che consentano a tutti di obbedire alle leggi della natura e quindi vivere in pace. Hobbes sostiene che i singoli uomini nello stato di natura devono autorizzare un attore che agisce per conto loro, da loro autorizzato per produrre l’unità ricercata, l’ordine artificiale che segue l’uscita degli uomini dallo stato di natura. Quell’attore è il Sovrano. Il Patto per Hobbes è un contratto sociale tra uomini: l’obbedienza ad un terzo, appunto il Leviatano, che si è generato dal patto ma di cui egli stesso non vi ha preso parte. Il prodotto del Patto, il Leviatano, è un Dio immortale che rappresenta tutti, il più alto potere sulla terra il cui fine è quello di procurare la SICUREZZA DEL POPOLO. Cosa succede se c’è disubbidienza da parte degli uomini? Questa li porta a tornare nello stato di natura e quindi al caos, al conflitto.

La pace, la salvezza della vita, la fine delle guerre civili si pagano al prezzo dell’alienazione irreversibile.

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Conflitto russo-ucraino: stallo su tutti i fronti.

La guerra continua, oggi nuovo scontro in Crimea, la penisola occupata dai russi dal 2014, dove è stata colpita una nave russa. La guerra, allo stesso tempo, pare essere arrivata ad una situazione di stallo. E’ passato più di un anno e mezzo dall’inizio del conflitto. La Russia aveva come obiettivo condurre una guerra lampo, così da annientare l’esercito ucraino e allo stesso tempo portare a zero la loro volontà di resistere. I russi erano anche consapevoli che in caso di mancato successo, gli americani avrebbero inviato armi in sostegno ucraino, e ciò avrebbe poi di conseguenza innescato un conflitto prolungato. Il tutto si è avverato.

Di concerto, il contrattacco ucraino ha perso di efficacia proprio perchè adesso la Russia si è posta in posizione più difensiva.

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Sanità pubblica: una scelta vincente?

Parto dal dato italiano:

tanto bistrattata, a volte senza risorse sufficienti o con carenza di alcuni servizi, criticata ma molto spesso frutto di eccellenze mediche, il servizio sanitario nazionale in Italia è stato istituito con la legge n.833 del 1978, e si basa sui seguenti principi fondanti: l’universalità, l’uguaglianza e l’equità.

Alcuni dati:

Per quanto riguarda le spese destinate al sistema sanitario, l’Italia è all’ultimo posto in quanto a finanziamenti pubblici pro-capite, ma è anche al penultimo posto in quanto a richieste di contributo spese da parte del cittadino. Considerando i tempi di attesa per un appuntamento, l’Italia è il secondo Paese in quanto a efficienza e velocità: mediamente i pazienti vengono visitati entro una settimana, contro le 4 settimane dell’Inghilterra e le 24 ore della Svizzera.

Gli anni della pandemia hanno rappresentato una sfida importante per il servizio sanitario nazionale e per il welfare state italiano e non solo. La pandemia ha messo in crisi il modello di efficienza dei servizi sanitari facendo emergere l’importanza di un modello universalistico di assistenza e la necessità di adattarsi ai cambiamenti imprevedibili e imponderabili che mal si conciliano con quelle politiche sanitarie costruite sul mantra del contenimento dei costi quale obiettivo primario. Difatti, l’emergenza sanitaria ha fatto riemergere l’importanza della sanità pubblica e della prevenzione nel sistema sanitario come elemento fondamentale nella risposta alle epidemie, ma anche a tutte le minacce per la salute individuale o collettiva.

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Aiuti di Stato: cosa è cambiato con il covid?

Il concetto di aiuto di stato

Il concetto di aiuto di Stato è un concetto comprensivo, ovvero in esso si comprende ogni vantaggio economicamente apprezzabile attribuito ad un’impresa attraverso un intervento pubblico, vantaggio che altrimenti non si sarebbe realizzato. 

L’aiuto di Stato che viene erogato  alle imprese non si sostanzia solo nel conferimento di fondi in quanto un aiuto statale può essere considerato tale attraverso la predisposizione di diverse misure statali. La sovvenzione è sicuramente una forma di aiuto statale  ma non è l’unica, gli aiuti di stato possono essere realizzati anche attraverso la creazione di una legge favorevole a determinate imprese. Quindi, disegnare una normativa ad hoc che agevola delle imprese a scapito di altre può essere considerata anche questa una forma di aiuto. 

 La nozione di aiuto quindi è molto più ampia  rispetto alla nozione di sovvenzione, intendendosi per quest’ultima un sostegno economico, erogato a fondo perduto o come prestito agevolato, a persona o ente per contribuire alla sua attività o per finanziare iniziative.  

Nella sentenza del 23 febbraio 1961, causa 30/59, De Gezamenlijke steenkolenmijen in Limburg c. Alta Autorità la Corte di Giustizia dell’Unione Europeaanalizzando il concetto di sovvenzione,  ai sensi dell’allora Trattato CECA, affermava che: 

«il concetto di aiuto è tuttavia più comprensivo di quello di sovvenzione dato che esso vale a designare non soltanto delle prestazioni positive del genere delle sovvenzioni stesse, ma anche degli interventi i quali, in varie forme, alleviano gli oneri che normalmente gravano sul bilancio di un’impresa e che di conseguenza, senza essere sovvenzioni in senso stretto, ne hanno la stessa durata e producono identici effetti. Poiché queste definizioni non sono contenute nel Trattato, esse possono essere accettate soltanto a condizione che altre disposizioni del Trattato o gli scopi da questo perseguiti ne confermino il contenuto».

Una riduzione di costi, un’agevolazione fiscale, uno sgravio di oneri sociali o di tassi d’interesse, un’agevolazione che solleva i normali oneri che gravano sul bilancio, una tariffa preferenziale, una garanzia statale, la partecipazione al capitale di una società, l’acquisto di beni o servizi non necessari, la cessione di terreni a prezzi preferenziali sono esempi di misure che, indipendentemente dalla loro forma, producono l’effetto economico di attribuire artificialmente un vantaggio a determinate imprese, alterando così le condizioni della concorrenza. Non rientrano nella nozione di aiuto solo quelle misure che hanno un carattere e una portata generale ovvero che non favoriscano specificatamente determinate imprese o produzioni.

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Perseverance: alla scoperta del pianeta rosso

La NASA’s Perseverance Mars Rover è atterrata con successo sul pianeta rosso dopo un viaggio di quasi sette mesi.

Perseverance Mars Rover è atterrato su una zona che non è mai stata esplorata, una zona ricca di scogli e dune. Perseverance, che ha la taglia di un Suv, è stato dotato per la prima volta di un innovativo sistema di riconoscimento intelligente del terreno e se rileverà negli ultimi metri una superficie rischiosa si trasferirà in un’altra sicura.

Il cratere Jezero, il sito di atterraggio del rover Mars 2020 Perseverance, ha origine dall’impatto di una meteora sulla superficie di Marte, ha un diametro di 47.500 metri, un tempo occupato dal delta di un antico fiume. Prende il nome dalla località di Jezero  in Bosnia – Erzegovina, con la quale ha alcune similitudini morfologiche.

L’obiettivo principale del rover Perseverance è quello di scoprire se su Marte ci siano state forme di vita, fossilizzata ovviamente perché in superficie nulla può sopravvivere a causa delle radiazioni cosmiche che piovono di continuo sulla superficie, sterilizzandola. Nelle passate spedizioni invece l’obiettivo era indagare l’esistenza di un’antica presenza dell’acqua (compito assolto da Spirit e Opportunity) e poi avere conferma di un ambiente favorevole alla nascita della vita come ha stabilito Curiosity nel Gale Crater. La scelta del Jezero Crater per lo sbarco è legata alle opportunità favorevoli che dovrebbe offrire. Perseverance si troverà alla foce di un fiume che riversava l’acqua nel cratere creando un lago. 

Principio di autodeterminazione: l’indipendenza (illegittima) catalana.

Una breve considerazione o meglio precisazione.

Il principio di autodeterminazione, da sempre, è stato ritenuto dalla dottrina come una forma di espressione della libertà di scelta del regime politico, economico e sociale, ma non può disconoscersi come il medesimo vada contemperato con le esigenze di tutela dell’integrità territoriale dello Stato. Un valido motivo ad autodeterminarsi può ritenersi sussistente nelle sole ipotesi in cui un gruppo di identità infrastatuale non abbia accesso a forme di rappresentanza o venga mantenuto escluso dal decision making process all’interno dello Stato di appartenenza. Inoltre si può legittimamente invocare l’autodeterminazione in presenza di gravi violazioni dei diritti dell’uomo. Riguardo l’esistenza di un diritto alla remedial secession si può sostenere come i dubbi maturati dalla dottrina al riguardo siano più che fondati: è la stessa prassi ad aver manifestato come la tutela dell’integrità territoriale sia interesse preminente nella comunità internazionale rimanendo le ipotesi di autodeterminazione circoscritte a pochissimi casi.
Ai sensi del diritto internazionale dei diritti umani, il soggetto titolare del diritto all’autodeterminazione è il popolo come soggetto distinto dallo stato. Ma in nessuna norma giuridica internazionale c’è la definizione di popolo. Questa reticenza concettuale non è dovuta al caso. Gli stati giocano sull’ambiguità, non essendo ancora disposti ad ammettere espressamente che i popoli hanno una propria soggettività giuridica internazionale. Un popolo non può dunque dichiarare unilateralmente la propria autodeterminazione, se lo fa compie un atto illegale. Soprattutto se tale “popolo” vive all’interno di uno stato democratico, senza che questo sia soggetto a condizioni di oppressione ( es.dominazione, colonizzazione, apartheid). La Catalogna non ha diritto ad autodeterminarsi. L’insistenza nel chiedere al governo spagnolo di poter organizzare un referendum sull’indipendenza catalana ( poi svoltosi senza il permesso della Spagna, ovvero illegalmente) avrebbe dato alla Catalogna la “legalità”, a fronte di un esito positivo del medesimo referendum, di poter dichiarare la propria indipendenza, ottenendo così anche il riconoscimento da parte degli altri Stati della Comunità internazionale. 


Puidgemont, incriminato per malversazione ribellione e sedizione fugge in Belgio dove, a quanto pare, gli viene concesso asilo politico. Può un paese dell’Unione Europea che ha dato pieno sostegno alla Spagna concedere asilo politico ad un sovversivo?

 

Anna Morrone

Breve Intervista a Yvan Sagnet: Una storia di lotta e di coraggio.

Venerdì scorso, 29 settembre, grazie ad un iniziativa organizzata dal mio collaboratore Luca Piermartiri,  ho avuto la possibilità di ascoltare una storia fatta di tanto coraggio e di lotta, la storia di Yvan Sagnet che dal Camerun arriva in Italia con la speranza di chi vede nel nostro Paese una luce di riscatto e di crescita.

Yvan che nel 1990 aveva 5 anni scopre l’Italia. È una storia d’amore che parte dal calcio. Yvan è nato Douala, in Camerun, nel 1985 e nel 1990, come molti bambini camerunensi, vive la cavalcata trionfale dei Leoni d’Africa nel mondiale, dalla prima partita con l’Argentina di Maradona fino ai quarti di finale contro l’Inghilterra.

1. Napoli, domenica primo luglio. Ancora oggi chi c’era ricorda i tifosi del Camerun, coloratissimi, sportivi e con l’espressione di chi non poteva credere a ciò che stava accadendo. 

Yvan Sagnet: “il Camerun era la prima squadra africana a raggiungere i quarti di finale in Coppa del Mondo. E a Napoli, dove si svolse la partita, il Camerun era in vantaggio per 2-1 fino a otto minuti dal termine dei tempi regolamentari. Poi il primo rigore all’Inghilterra, i supplementari, il secondo rigore e la sconfitta. Quella partita mi ha cambiato la vita.”

Dal calcio allo studio. Yvan impara l’italiano e con un visto-studio si iscrive all’Università di Torino perché vuole diventare ingegnere. Ma le borse di studio non bastano, così alcuni amici gli dicono che al Sud si può andare a lavorare per la raccolta del pomodoro perché serve manodopera. Così Yvan decide di trasferirsi nelle campagne salentine, a Nardò, dove sa di una masseria che accoglie i braccianti che fanno la stagione, togliendoli dalla strada, dove spesso dormono accampati sotto gli alberi, dentro case di cartone, senza acqua né corrente elettrica. Eppure anche alla Masseria Boncuri, nonostante l’impegno di tante associazioni di volontariato,  la legge dei caporali resta forte. Yvan conosce così il lato più buio e becero di quell’Italia che tanto ammirava ed amava.

Un ragazzo come tanti, Yvan, ma con la tenacia di chi vuole scontrarsi contro un sistema corrotto e schiavista, il sistema del caporalato.

2. Yvan, la tua esperienza è un esempio  per chi non deve mollare mai, anche se si trova difronte ad un sistema, come quello del caporalato, così radicato e difficile da estirpare.  Come è iniziato tutto?

Yvan Sagnet: “Appena arrivati, i caporali requisiscono i documenti ai braccianti e li usano per procurarsi altra mano d’opera, altri immigrati, ma clandestini. Il rischio che i documenti vadano persi è altissimo e quando accade i braccianti diventano schiavi. Le condizioni di lavoro sono agghiaccianti: diciotto ore consecutive, di cui molte sotto il sole cocente. Chi sviene non è assistito e se vuole raggiungere l’ospedale deve pagare il trasporto ai caporali. Il guadagno è di appena 3,5 euro a cassone, un cassone è da tre quintali e per riempirlo ci vuole molto tempo, ore. I braccianti in genere strappano le piante alla radice per batterle sulle cassette così che i pomodori cadono tutti. Ma quel giorno il caporale impone un altro metodo. Servono pomodori da vendere ai supermercati per le insalate, quindi devono essere presi e selezionati uno a uno. Si tratta di riempire gli stessi cassoni di sempre, ma selezionare i pomodori significa raddoppiare la fatica. Il caporale impone tutto questo lavoro allo stesso prezzo: Io e gli altri braccianti non abbiamo più niente da perdere, inizia così la rivolta e Masseria Boncuri ne diventerà il simbolo  nella lotta contro il caporalato.”

2. Parliamo ora del Camerun e del  rischio che Boko Haram possa radicarsi. In molti temono che il gruppo terroristico stia piantando solide basi in Camerun.

Yvan Sagnet: “L’epicentro del gruppo terroristico è in Nigeria, ma lo stesso, vuole estendere il suo potere fuori dai suoi confini. La Nigeria ha fatto un errore grave sin dall’inizio, ha pensato di combattere da sola il fenomeno ottenendo così scarsi risultati; solo dopo ha chiesto aiuto all’Unione Africana. Ed ora la situazione non è facile da gestire.  Quello che ha fatto il governo del Camerun non è sufficiente, dovrebbe adottare misure più restrittive per arginare il pericolo di radicalizzazione. Boko Haram  agisce in contesti regionali, cercando in tutti i modi di applicare, nelle sue zone di influenza, la legge della Sharia. Il Camerun, ma come tutti i Paesi africani, proprio per questo dovrebbe attuare un processo di  sensibilizzazione della popolazione per arginare il pericolo.”

3. L’Italia è lasciata sola a gestire il flusso di migranti proveniente da alcuni paesi dall’Africa e sopratutto dalla Siria.  Persone che, tramite i trafficanti di esseri umani, attraversano il mare affrontando viaggi disumani e pericolosi per arrivare sulle coste italiane. L’Italia da sola ha fatto tanto sopratutto con l’operazione Mare Nostrum. Ma questa situazione così delicata ha fatto venir fuori un’Unione Europea così restia all’accoglienza, eppure la stessa dovrebbe avere un ruolo centrale e di primo piano nella risoluzione di questo fenomeno. A cavalcare l’onda in tutto questo sono gli estremisti di destra con il loro “aiutiamoli a casa loro”, quanto fa male questa frase?

Yvan Sagnet: L’Unione Europea non vuole affrontare la sua centralità. La questione migranti è una questione strutturale non di certo emergenziale. Non è sufficiente parlare solo di sicurezza: non basta applicare politiche di respingimento ma bisogna intervenire sulle cause e sugli effetti.  L’Africa chiede una sola cosa: che le multinazionali vadano via dal suo territorio. I paesi africani sono pieni di risorse che arricchiscono solo le multinazionali  impoverendo sempre di più la popolazione; siamo di fronte ad un neo-colonialismo. Serve più sovranità economica e più sovranità politica, solo così l’Africa riuscirà a crescere e a garantire un futuro alle sue generazioni. Altro problema è il debito pubblico: Il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale tengono sotto scacco i Paesi africani; è un debito ingiusto, immorale frutto di un debito  concepito e alimentato dalle strutture delle ex potenze coloniali. I tassi di interesse sono sempre più alti e non è possibile far fronte a tutto questo, è tanto necessario  quanto giusto l’annullamento del debito, solo così sarà possibile ripartire.

  

Anna Morrone

 

Per approfondire:

“Ama il tuo sogno. Vita e rivolta nella terra dell’oro rosso” di Yvan Sagnet

“Ghetto Italia. I braccianti stranieri tra caporalato e sfruttamento” di Yvan Sagnet e Leonardo Palmisano.

Yvan Sagnet: https://www.facebook.com/plugins/post.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FYvanSagnet%2Fposts%2F1539607096100421&width=500

“The First past the post”: il sistema elettorale inglese.

Nel Regno Unito i conservatori conquistano 315 seggi contro i 261 dei laburisti. Il vero vincitore è Jeremy Corbyn che fa acquisire ai laburisti +31 seggi rispetto alle precedenti elezioni. Totale sconfitta dello Ukip che non riesce a conquistare nessun seggio. May e i conservatori, che hanno voluto queste elezioni anticipate per rafforzare la maggioranza dei conservatori in vista del negoziato per l’uscita dall’UE, perdono 12 seggi.

Niente Governo forte per Theresa May, ora i conservatori dovranno trovare una maggioranza per riuscire a formare un Governo.
In riferimento al sistema elettorale inglese cosa sappiamo?

Innanzitutto il sistema elettorale inglese è meglio conosciuto come “First past the post”. Ma come funziona? Lo spiego brevemente…

I deputati vengono eletti attraverso sistema maggioritario uninominale. Il Regno Unito è
diviso in 650 collegi; ogni collegio elegge un solo candidato, quello che ha ottenuto più voti; ogni partito candida una sola persona in ogni collegio.
Gli altri voti non vengono presi in considerazione.
Il Regno Unito è una democrazia parlamentare: significa che gli elettori votano soltanto il candidato del collegio che li rappresenterà direttamente in Parlamento. Il governo è formato dal partito – o dalla coalizione – che ottiene la maggioranza di seggi nella Camera dei Comuni; il leader di questo partito diventa primo ministro “automaticamente”, tanto che in caso di elezione di un nuovo segretario del partito di governo a legislatura in corso, il primo ministro si dimette e la Regina assegna al nuovo segretario l’incarico di formare un nuovo governo.Il sistema di voto FPTP è il secondo più popolare al mondo. Il più famoso è quello del Regno Unito, poi abbiamo anche il congresso degli Stati Uniti e le camere inferiori dell’India e del Canada ed tutt’oggi utilizzato nelle ex-colonie britanniche.
Pro e Contro:Pro FPTP:
– È semplice da capire e quindi non costa molto all’amministrazione.
– è veloce, si viene a sapere subito chi è il vincitore.
– l’elettore esprime chiaramente la sua volontà.
– Tende a formare un sistema più stabile a due parti con maggioranza.
– Incoraggia il centrismo politico.
Contro FPTP:
– con il FPTP si perdono molti voti.
-la scelta del candidato è molto limitata.
– incoraggia i tentativi di frode.
– Un sistema a due parti può risultare uno svantaggio in una società con una cultura multipartitica poiché questo sistema genera una grande distorsione dei risultati elettorali, sia rispetto al majority sia rispetto ai sistemi proporzionali. E’ facilmente intuibile, che se un partito vince in un collegio con il 36% dei voti, il restante 64% sarà rappresentato da voti “persi”, da elettori che non avranno alcuna rappresentanza. Queste distorsioni sono il prezzo da pagare per una maggiore governabilità e per evitare che il sistema partitico si possa frammentare.
Anna Morrone

Crescita del mercato europeo: il problema della convergenza tra gli Stati.

Dopo aver parlato nel mio precedente articolo dell’Economia Europea con un piccolo focus sul diritto della concorrenza nell’UE  e il perché della scelta di preservare una libera concorrenza a tutti i costi, oggi torno a parlare di economia, concentrandomi sul progresso tecnologico come strumento della crescita economica di uno Stato.

Cercherò di delineare in modo breve e chiaro uno degli argomenti che più mi ha entusiasmato durante i miei studi universitari ovvero le teorie della crescita esogena ed endogena.

Riprendendo tratti del mio precedente articolo, la scelta di far rispettare il principio della libera concorrenza nell’Unione Europea è frutto della scelta di non rischiare di limitarsi a mantenere in vita attività di mera sopravvivenza ma di contribuire alla genesi di nuove imprese capaci di evolvere e di crescere mediante le innovazioni, anche le più semplici.

In realtà non esistono scelte univoche, divieti astratti o soluzioni sempre efficaci. La microeconomia ci insegna che in alcuni settori il prevalere di rendimenti di scala crescenti impone dimensioni ottime rilevanti, ma insegna anche ad apprezzare le reti di imprese di minore dimensione come parte indispensabile della struttura produttiva.

Ma come possiamo crescere in un mercato con diversi attori?

Le teorie della crescita dedicano un’ampia trattazione alle definizioni e alle verifiche della convergenza, per controllare le condizioni necessarie perché le nazioni raggiungano lo stesso livello di reddito pro capite, grazie all’identica produttività del lavoro ( reddito per addetto) e lo possano poi mantenere per un tempo ipotetico e indefinito (crescita in condizioni di steady state ovvero la stabilità tra il tasso di crescita dello stock di capitale inteso come “capitale investito” e tasso di crescita della produzione ovvero il “PIL”). Il metodo di analisi consiste nel porre un traguardo che viene chiamato attrattore, cioè una condizione verso cui il sistema tende.

Finché il capitale per addetto determina un risparmio e un investimento superiore a quello che lo manterrebbe costante, il sistema cresce, se invece il capitale per addetto dovesse risultare eccessivo, il sistema si troverebbe a produrre un reddito troppo basso per generare risparmi capaci di finanziare investimenti tali da garantire un rinnovo degli impianti e un mantenimento della dotazione di capitale raggiunta.

Mi spiego meglio: Una nazione ricca, con elevata accumulazione di capitale per addetto può realizzare progetti di investimento che lo accrescano ulteriormente, ma essi rendono sempre meno, in termini di aumento del prodotto e pertanto di tasso di profitto, e sempre meno contribuiscono all’ulteriore sviluppo, subirà una battuta d’arresto perché ormai è in una situazione satura. Mentre una nazione povera, in cui l’accumulazione di capitale è ancora insufficiente rispetto alle opportunità esistenti si troverà in una posizione di crescita ben più rapida.

Entrambe le nazioni dovrebbero convergere verso una situazione in cui l’investimento serve a mantenere una dotazione di capitale per addetto costante, in presenza di una popolazione crescente che conserva però inalterato il suo reddito pro capite. Entrambe convergono verso il medesimo reddito pro capite se hanno in comune il punto di arrivo, quello che è stato qui chiamato attrattore, e dunque se hanno in comune la funzione di produzione, la propensione media al risparmio, il tasso di crescita della popolazione e il logorio del loro capitale ( tasso di ammortamento).

L’unico modo per la nazione ricca di andare oltre l’attrattore è creare un nuovo attrattore al quale tendere. Il progresso tecnico sposta verso l’alto la funzione di produzione che genera quindi un nuovo attrattore, con un nuovo valore del reddito di crescita equilibrata e costante che determina una nuova fase di sviluppo (crea nuove opportunità di investimento).

In quest’ultima situazione le società sviluppate raggiungerebbero modelli di organizzazione delle attività produttive che incentiverebbero l’ulteriore crescita attraverso la ricerca di nuovi prodotti e nuovi processi. Quindi questo porta alla scomparsa dell’utilità dell’attrattore perché la mancata convergenza tra le nazioni si spiegherebbe nella possibilità che lo stesso e ulteriore sviluppo possa generare nuove opportunità mediante l’attività innovativa quindi sempre nuovi obiettivi a cui tendere.

E’ quello che venne definito come il residuo di Solow.

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Nel 1956  due economisti Abramovitz e Solow dimostrarono che il 90% della crescita economica, in un paese industrializzato non era spiegabile attraverso le misure convenzionali del capitale e del lavoro: la parte residua, si ipotizzò, doveva riflettere la crescita della produttività, più che la quantità dei fattori della produzione.

Robert Solow elaborò quindi una teoria della crescita. Nel modello di Solow, la crescita è espressa attraverso una funzione di produzione, dove il prodotto (Y) è funzione della quantità di capitale fisico (K) e lavoro umano (L), a parità di altri fattori come il progresso tecnico:

Y = F (K,L)

Mentre un incremento di capitale (K) e di lavoro (L) provocherebbe uno spostamento lungo la funzione di produzione (curva), cambiamenti esogeni ( non spiegati) nel progresso tecnico provocherebbero uno spostamento della curva verso l’alto ( consentendo un impiego più produttivo sia di K che di L).

Quindi una volta capito che il 90%  della variazione nella produzione economica non era spiegato da capitale e lavoro, Solow definì la parte restante come progresso tecnico.

La teoria di Solow divenne nota come teoria della crescita esogena, perchè la variabile del progresso tecnico viene inserita dall’esterno, come un andamento temporale A (t) ( simile alla crescita della popolazione).

 

Y =  A(t) F (K,L)

La nozione di progresso tecnico come residuo non deve però impedire la ricerca di ciò che lo provoca e lo favorisce. Se ci si limita al calcolo del residuo, si accetta di consideralo come esogeno al sistema, mentre per spiegare i divari di reddito è indispensabile cercare di capire come mai due nazioni innovano in misura diversa i loro modi di produrre, con conseguenze diverse sulla loro capacità di sviluppo.

La verifica delle potenzialità di crescita endogena è proprio il tentativo di spiegare questo residuo, per esempio attraverso gli indicatori di scolarità o della spesa pubblica destinata all’istruzione e alla ricerca, dunque come conseguenza della accumulazione nel cosiddetto capitale umano.

Tuttavia, l’attenzione sempre maggiore al rapporto fra progresso tecnico e crescita ha portato indirettamente politici e alti funzionari a concentrarsi sull’importanza degli investimenti in tecnologia e capitale umano per favorire la crescita.

Ecco che così sono nate le politiche per una crescita spinta dall’innovazione con l’obiettivo di sostenere l’economia della conoscenza per promuovere la competitività.

In conclusione, esiste un rapporto diretto tra il valore di mercato delle aziende e la loro performance in termini di innovazione ed è su questo che l’Unione Europea dovrebbe spingere con investimenti pubblici per garantire una maggiore convergenza tra le diverse economie degli Stati membri, mettendo in risalto le politiche come Strategia Europa 2020 in modo da tentare di armonizzare gli investimenti in R&S.

 

 

Anna Morrone

 

 

 

 

Guerra e Pace: anno domini MMXVII

 

La Storia si ripete, quasi sempre. L’ondata populista che sta tutt’ora cercando di coprire l’Europa è sbarcata anche negli Stati Uniti. Sicuramente l’immigrazione è il punto centrale in tutto l’Occidente.

Gli scenari da analizzare sono molti.  Mi concentrerò sui due fronti principali: Europa e Usa.

Stati Uniti anno domini “2017”:

Come è stato possibile eleggere  Obama e successivamente Donald Trump?

Troppi errori, soprattutto da parte dei repubblicani, completamente sbaragliati durante le primarie. Prima il fratello di Bush poi verso la fine anche Ted Cruz che sembrava essere il favorito. Ma alea iacta est , Donald Trump è il 45° Presidente degli Stati Uniti ( per ora….).

Riprendo uno degli slogan di Trump durante la campagna elettorale ma con  un tocco che sa’ di passato:

What made America great ? : L’immigrazione.

Eppure è di qualche settimana fa il decreto anti-immigrati di Donald Trump. Il provvedimento, che vieta l’ingresso nel Paese ai rifugiati e ai cittadini provenienti da sette Paesi a maggioranza musulmana (Iran, Siria, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen e Libia).Il dipartimento di Stato  però ha  deciso di annullare la cancellazione dei visti per l’ingresso negli Usa, entrata in vigore dopo la firma del decreto. Un decreto assolutamente razziale non basato su fatti concreti ma solo su pregiudizio.

Per non parlare delle politiche Lgbt. Appena dopo il giuramento di Trump scompare dal sito della White House la pagina dedicata alle politiche Lgbt.

Notizia recente, infatti, è l’eliminazione delle linee guida anti-discriminazione che erano state varate da Barack Obama per proteggere gli studenti transgender. Direttive in base alle quali a questi ultimi, nelle scuole pubbliche, era permesso di usare bagni e spogliatoi in base alla propria identità di genere e non in base al sesso di nascita.

Oltre alle varie e numerose contestazioni al decreto anti-immigrati (soprattutto dagli attori di Hollywood) un altro problema sta diventando sempre più scomodo per Donald Trump: i suoi rapporti con la Russia.

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