Uno Stato Senza Stato: La Palestina e gli ostacoli internazionali per il riconoscimento

Quali sono i criteri per far si che si possa costituire uno Stato? Secondo l’art. 1 della Convenzione di Montevideo (1933) innanzitutto serve una popolazione permanente, ovvero deve esserci un gruppo stabile di persone che vivono nel territorio. Inoltre, un territorio definito anche se i confini non devono essere perfettamente determinati, serve un territorio riconoscibile; Serve un Governo, ovvero deve esistere un’autorità che eserciti un controllo effettivo sul territorio e sulla popolazione; infine, la capacità di entrare in relazioni con altri Stati, lo Stato deve poter agire sulla scena internazionale (firmare trattati, mantenere relazioni diplomatiche, ecc.). Il riconoscimento da parte degli altri Stati è un requisito fondamentale e necessario? Non è un requisito formale, ma nella pratica è essenziale per esercitare i diritti e i doveri di uno Stato sul piano internazionale.

Su questo, esistono due teorie:

  • Teoria costitutiva: uno Stato esiste giuridicamente solo se è riconosciuto da altri Stati.
  • Teoria dichiarativa (più accettata oggi): uno Stato esiste se soddisfa i criteri di Montevideo, anche se non è riconosciuto da tutti.

Andiamo adesso al “caso” palestinese.

Perchè  la Palestina non è pienamente riconosciuta come Stato? Le motivazioni sono diverse e possiamo dividerle in giuridiche e politiche

Motivazioni giuridiche:

Non c’è un controllo effettivo del territorio:

  • Il territorio è occupato in parte da Israele (illegittimanente – Risoluzione del Consiglio di sicurezza n. 242 e quella più recente ovvero la risoluzione Onu n. 2334 del 2016 dove gli Usa si astennero), con confini non definiti.
  • La Striscia di Gaza è controllata da Hamas, mentre la Cisgiordania è sotto l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), ma anche sotto forte presenza militare israeliana.
  • Il potere politico è frammentato, e manca un governo unitario e stabile.

Soggettività giuridica parziale:

  • La Palestina è “Stato osservatore non membro” presso le Nazioni Unite (dal 2012). Non ha però lo status pieno di Stato membro, che richiede l’approvazione del Consiglio di Sicurezza (dove gli USA pongono regolarmente il veto).
  • È invece parte di diverse convenzioni internazionali (es. Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale).

Motivazioni politiche:

Opposizione di alcuni Stati chiave:

  • Stati Uniti, Israele e altri Paesi non riconoscono la Palestina come Stato, sostenendo che lo Stato palestinese potrà nascere solo tramite negoziati di pace con Israele.
  • Il mancato riconoscimento è anche legato al fatto che Israele controlla di fatto i confini, lo spazio aereo e gran parte delle infrastrutture.

Inoltre, incide la divisione interna palestinese: la presenza di due entità politiche concorrenti (Fatah in Cisgiordania e Hamas a Gaza) rende difficile parlare di un unico “governo” palestinese legittimo e stabile.

Perchè la Palestina non si può “autocostituire” come stato?

Nel diritto internazionale, l’autodichiarazione di indipendenza è possibile (come fece il Kosovo), ma non è sufficiente da sola a garantire il riconoscimento statuale. Serve:

  • Controllo effettivo sul territorio e sulla popolazione.
  • Una comunità internazionale disposta a riconoscere.

La Palestina ha dichiarato l’indipendenza nel 1988, ma ciò non ha comportato automaticamente il riconoscimento generale come Stato, perché mancano le condizioni materiali e politiche necessarie.

Ma visto il genoc1d1io che sta avvenendo a Gaza, perchè i paesi arabi non iniziano una mediazione più incisiva per la fine dell’aggressione e un percorso per la costituzione di uno Stato palestinese?

Negli ultimi anni, molti Paesi arabi hanno progressivamente normalizzato i rapporti con Israele:

  • Accordi di Abraham (2020): Emirati, Bahrain, Marocco e Sudan.
  • l’Arabia Saudita stava negoziando una possibile normalizzazione prima del 2023.

Questo processo ha ridotto la centralità della causa palestinese nella politica araba, che oggi guarda più alla lotta all’Iran, al commercio e alla stabilità economica.

Inoltre, esiste la paura di una destabilizzazione interna:

La solidarietà popolare verso i palestinesi è molto forte nei Paesi arabi, ma i governi temono che un intervento o un sostegno diretto possa destabilizzare i loro governi/regimi.

Preferiscono mantenere una posizione ambigua: dichiarazioni di condanna verbale, ma nessun intervento pratico o militare.

Molti Stati arabi dicono di sostenere la causa palestinese, ma in pratica agiscono secondo logiche di potere e di sicurezza interna.

L’inerzia dei governi arabi è una delle ragioni per cui la popolazione palestinese si trova spesso isolata, nonostante il forte sostegno popolare nel mondo arabo.

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