Un nuovo Leviatano: tra libertà e coercizione

E se vi dicessi che la teoria di Hobbes è ancora attuale?

Partiamo dal Leviatano, cosa teorizzava Hobbes?

L’uomo per Hobbes è la parte disordinata della natura e questo disordine è dato dall’uguaglianza naturale degli uomini. L’uomo è naturalmente conflittuale e dalla sua condizione naturale che nascono competizione e guerre fra uomini che, essendo tutti uguali, in natura non sono mai al sicuro l’uno dall’altro.

Per Hobbes la natura umana non è sociale ma animale. L’assenza di cooperazione fra gli uomini porta necessariamente alla loro uscita dallo stato di natura ma non per giustizia o per considerazioni di verità ma per utilità ovvero la Paura della Morte. La legge naturale è un comando che vieta ad un uomo di fare ciò che è lesivo per la sua vita. Quindi, secondo Hobbes è necessario costruire condizioni che consentano a tutti di obbedire alle leggi della natura e quindi vivere in pace. Hobbes sostiene che i singoli uomini nello stato di natura devono autorizzare un attore che agisce per conto loro, da loro autorizzato per produrre l’unità ricercata, l’ordine artificiale che segue l’uscita degli uomini dallo stato di natura. Quell’attore è il Sovrano. Il Patto per Hobbes è un contratto sociale tra uomini: l’obbedienza ad un terzo, appunto il Leviatano, che si è generato dal patto ma di cui egli stesso non vi ha preso parte. Il prodotto del Patto, il Leviatano, è un Dio immortale che rappresenta tutti, il più alto potere sulla terra il cui fine è quello di procurare la SICUREZZA DEL POPOLO. Cosa succede se c’è disubbidienza da parte degli uomini? Questa li porta a tornare nello stato di natura e quindi al caos, al conflitto.

La pace, la salvezza della vita, la fine delle guerre civili si pagano al prezzo dell’alienazione irreversibile.

Oggi.

Hobbes, nel Leviatano, sostiene che l’uomo, in assenza di un’autorità sovrana forte, sarebbe condannato a vivere in una condizione di conflitto incessante, una “guerra di tutti contro tutti”, dove la paura, l’egoismo e la violenza sarebbero la norma. L’esistenza di un Leviatano, un potere centralizzato e forte, è, per Hobbes, essenziale per garantire la pace e l’ordine.

Oggi, la crisi della democrazia sembra riflettere, in parte, il timore che l’ordine e la stabilità possano essere minacciati dalla fragilità delle istituzioni democratiche. La crescente insoddisfazione per il funzionamento della democrazia, che spesso appare inefficace o corrotta, porta alcune persone a preferire l’idea di un Leviatano moderno, ossia un’autorità forte, un leader deciso e centralizzato che prometta di ristabilire ordine e sicurezza, anche a costo di limitare la partecipazione democratica o le libertà individuali.

Lo vediamo nella giustificazione che viene data a determinate decisioni, necessarie per la sicurezza del paese che portano inevitabilmente all’alienazione del cittadino che tra la libertà e la sicurezza sceglie la seconda.

In questo senso, la tentazione autoritaria sembra trovare legittimità in un contesto di crisi economica, sociale e politica, dove le persone possono sentirsi vulnerabili e disilluse dalla lentezza dei processi democratici. I regimi autoritari, spesso mascherati da democrazie illiberali, si propongono come una soluzione per proteggere la nazione da minacce interne ed esterne, sfruttando l’insicurezza della popolazione per concentrarsi in mano a pochi il potere decisionale.

Chi è contrario disubbidisce e tenta di tornare “nello stato di natura hobbesiano” e quindi nel caos, nel conflitto, mettendo in pericolo gli altri uomini. La paura di ciò porta alla Repressione. Reprimere le libertà come quella di pensiero, quella di stampa, come quella di protestare pacificamente o di riunirsi liberamente, pone le condizioni per un indiscriminato accentramento ,legittimato dalla paura di insicurezza, di potere nelle mani di pochi. Questi “pochi” hanno l’obiettivo di soggiogare la popolazione con il mantra della sicurezza per tutti. Con una propaganda sulla paura: la Paura è ciò che legittima il terzo, il Leviatano.

Un’esempio è la propaganda di Goebbels nel Terzo Reich, uno degli esempi più emblematici di come il controllo delle informazioni, la manipolazione dei media e la creazione di un nemico comune possano essere utilizzati per consolidare il potere di un regime autoritario. Sebbene fosse strutturata per servire le ambizioni totalitarie del nazismo, la propaganda di Goebbels offre anche lezioni su come i regimi autoritari possono plasmare l’opinione pubblica e legittimare la violenza sistematica, come accaduto con l’Olocausto.

Il modello della propaganda nazista ha avuto un impatto duraturo, e lo studio di queste tecniche è ancora utile oggi, per riconoscere le forme moderne di manipolazione mediatica e politica che possano minacciare i principi democratici e i diritti umani.

Siamo disposti a rinunciare alle nostre libertà per una sicurezza paventata?

Oggi, più che mai, siamo chiamati a riflettere su questo equilibrio. La domanda fondamentale è: possiamo trovare forme di protezione che non richiedano di sacrificare la nostra umanità: la capacità di pensare, scegliere e agire liberamente?

Forse la vera sicurezza risiede proprio nella libertà, nel rispetto dei diritti umani, nell’inclusione sociale e nel dialogo costruttivo, piuttosto che nel controllo assoluto. La nostra libertà, per quanto difficile e rischiosa possa essere, è una risorsa che, se preservata, può garantire una sicurezza più duratura e profonda, quella che nasce dal vivere in una società giusta, equa e aperta.

Vi lascio con una riflessione: La crisi delle democrazie occidentali è favorita dalla paura e la paura porta ad una alienazione del cittadino a vantaggio di un Leviatano moderno.

Anna Morrone

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