Siria: epicentro della destabilizzazione geopolitica

Nell’odierno scenario internazionale qualcosa sta cambiando. Leggendo i notiziari nazionali ed esteri ci si rende conto di come le alleanze e gli interessi geopolitici stiano mutando.

La situazione turca.

Tre dati importanti:

  1. Eliminare l’opposizione al regime: il colpo di Stato in Turchia mascherato come frutto di organizzazioni terroristiche in realtà, secondo me, è stato  solo un escamotage per giustificare e legittimare le successive epurazioni in Turchia. Come avevo scritto già nel precedente articolo (http://wp.me/p7mmO9-3P)  l’obiettivo di Erdogan è quello di islamizzare il più possibile la laica Turchia ma le minoranze turche  (curdi) e sopratutto i giovani, nati nella laicità, tentano di frenare questo processo. Parte degli insegnanti, dei magistrati e dei funzionari della p.a.  sono stati rimossi dal loro incarico perchè sospettati di remare contro il regime.
  2. Una strana alleanza: il giorno in cui Erdogan si scusò pubblicamente con la Russia per il jet abbatuto  al confine tra la Siria e la Turchia che uccise  due piloti russi, mi fece riflettere. E i miei sospetti furono confermati quando il successivo incontro a San Pietroburgo tra Putin ed Erdogan  venne presentato dai media russi e turchi come “l’unione dei due Paesi emarginati dall’Occidente”. I due capi di Stato hanno recitato un copione  in funzione anti-occidentale mettendo da parte  le tensioni degli ultimi sei mesi. Erdogan non vuole assolutamente che la Turchia entri a far parte dell’Ue nè che sia influenzata dalla cultura occidentale. Allo stesso tempo vuole evitare l’isolamento internazionale e quindi, nella disperata ricerca di un sostegno di rilievo, stringe un’alleanza con Putin. La  strategia di politica estera di Erdogan rimane comunque incerta.
  3. Il ricordo di un impero:  un dato comune con la Russia di Putin.Nella prima guerra mondiale l’Impero ottomano si alleò con gli Imperi Centrali e con essi fu pesantemente sconfitto.
    Durante la guerra – in cui esplose la Rivolta Araba – il governo dei “Giovani turchi”, timoroso che gli Armeni dell’Impero potessero allearsi coi russi, procedette a massacri e deportazioni, ricordati col nome di “genocidio armeno”, che ancora oggi le autorità turche stentano a riconoscere.Nel 1922 l’ultimo sultano Mehmed VI fu deposto per volere del vittorioso movimento repubblicano di Atatürk, a causa dei disastri che la guerra mondiale aveva causato, e l’Impero divenne nel 1923 l’attuale Repubblica turca. La potenza e la rilevanza internazionale della Turchia imperialista è ancora nei sogni di Erdogan., ecco perchè tra i suoi obiettivi vi sono innanzitutto mantenere il controllo sulla parte turca di Cipro (uno dei motivi per cui la Turchia è stata per  lungo tempo in fase di negoziazione con l’Ue) e in secondo luogo contrastare sia la minoranza etnica curda ( in Turchia) rappresentata dal partito politico Pkk ( considerato partito illegale in Turchia) sia la conseguente nascita dello stato indipendente del Kurdistan.

L’interesse Russo.

Il grande alleato di Assad, il suo c.d. asso nella manica, perchè senza la Russia Al Assad sarebbe caduto nelle mani dei ribelli. La Siria, ultimo alleato russo in medio oriente, di interesse strategico se non di vitale importanza per la Russia di Putin.

Putin,  personaggio controverso ma dal forte temperamento tanto che alcuni giornali ormai lo definiscono “il nuovo zar di Russia“, ha come obiettivo quello di far riprendere alla Russia il posto di super potenza mondiale ( posto perso con la caduta dell’Urss negli anni ’90) di cui ne abbiamo avuto “l’iniziazione” proprio con la questione Ucraina ( il piano di Putin è quello di riacquisire i vecchi confini sovietici, quelli restanti, sottraendoli all’orbita dell’Unione europea).

La recente alleanza, a mio parere temporanea e instabile, tra Erdogan e Putin definita nell’incontro a San Pietroburgo, ne sottolinea sia la necessità per Putin di rallentare lo scontro turco-siriano e prendere tempo per decidere al meglio un contro-attacco nei confronti dei ribelli e dell’Isis e sia cercare di avvicinare la Turchia sotto l’ombrello russo per mettere in difficoltà la Nato, essendo la Turchia uno degli Stati membri. La Turchia rappresenta attualmente l’anello debole della Nato perchè instabile, colpire la Turchia o comunque farla rientrare nell’orbita russa ha una finalità anti-occidentale per Putin.

Siria.

La questione siriana è diventata l’epicentro della destabilizzazione geopolitica. L’alleanza turco-russa per Erdogan serve da escamotage per intervenire in Siria e mettere in difficoltà i curdi:

Il premier turco Binali Yildirim aveva precisato in tv che l’operazione “Scudo Eufrate”, lanciata mercoledì dalla Turchia per cacciare l’Isis dalla città di Jarablus, andrà avanti finché i curdi non si ritireranno a est dell’Eufrate. Alla fine i curdi siriani si sono ritirati oltre il fiume, ma i turchi sono rimasti a Jarablus, in Siria. Per Ankara, un rafforzamento dell’identità curda oltre confine potrebbe spingere la minoranza curda presente in Turchia ad aumentare le spinte indipendentiste.( testo riportato dall’articolo de IlSole24ore del 26.08.2016)

D’altra parte la Russia tenta di rallentare le ostilità turco-siriane prendendo tempo.

e gli Usa?

Sostenitori dei combattenti curdi in funzione anti-Isis, a mio parere non hanno saputo gestire al meglio la situazione siriana. Non c’è una vera e propria strategia statunitense in Siria.  Digerita la sconfitta morale con la Russia (L’adesione al piano russo di smantellamento delle armi chimiche nasconde gli imbarazzi e la mancanza di pianificazione sul dossier Siria), Obama  ha proseguito attuando la strategia della cautela limitandosi, ancora oggi, solo a raid aerei.

 

Anna Morrone

 

 

 

 

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