Oggi può essere considerata una”giornata storica” che in tempi passati nessuno avrebbe mai pensato potesse arrivare. Obama, il presidente degli Stati Uniti, in visita ufficiale a Cuba. Nonostante il riavvicinamento dei rapporti tra Usa e Cuba ( con la riapertura delle ambasciate) l’embargo continua a permanere, essendo necessaria la votazione del Congresso americano per sollevare le sanzioni.
Piccolo problema, come voterà il Congresso essendo quest’ultimo a maggioranza repubblicana?
Tra i candidati alle primarie dei repubblicani, Marco Rubio si è detto contrario a questa nuova fase di riavvicinamento. Anche per Jeb Bush, ormai uscito dalla corsa alle primarie repubblicane, ex governatore della Florida – dove vivono molti degli esiliati cubani – la strategia di Obama sta “legittimando ulteriormente il regime brutale dei Castro”. Jeb Bush ritiene inoltre che invece di sollevare l’embargo bisognava rafforzarlo, escludendo Cuba dal summit triennale delle Americhe sino a quando questa non firmerà la Inter-American Democratic charter ovvero la carta che riconosce la democrazia come la principale forma di governo.
Un altro candidato repubblicano, Ted Cruz si è detto contrario al riavvicinamento dei rapporti tra Usa e Cuba; egli sostiene che prima di sollevare l’embargo sia necessario ottenere da Cuba una riforma del suo sistema giudiziario, una presenza dell’opposizione ai negoziati, e un miglioramento nella situazione dei diritti umani sull’isola.
Ma il vero quesito su cui riflettere è questo: i freni ideologici dei repubblicani circa il riavvicinamento dei rapporti tra Usa e Cuba e sulla possibilità di sollevare l’embargo avranno la meglio sugli interessi economici che potrebbe portare una riapertura dei rapporti commerciali tra Usa e Cuba ?
“Ai posteri l’ardua sentenza.”
Anna Morrone
