A 5 anni dalla rivoluzione in Libia, se cerchiamo di fare un’analisi più dettagliata, ci si rende conto di come il rovesciamento del regime di Gheddafi abbia portato forte destabilizzazione, alimentata dal continuo susseguirsi di scontri tra il governo internazionalmente riconosciuto, con base nella città orientale di Tobruk e sostenuto dalla Camera dei rappresentanti e dall’operazione “Dignità” del generale Haftar e dall’altra il governo con base a Tripoli e sostenuto dal Nuovo Congresso Nazionale Generale e dalla coalizione di Alba Libica, e continue infiltrazioni da parte dei componenti dell’IS che, approfittando dell’assenza di un “governo di unità nazionale”, guadagna sempre più terreno in Libia.
Nonostante io abbia mostrato la mia contrarietà all’intervento in Libia nel 2011, sottolineando la necessità per questo Paese (come sostenevo anche per l’Egitto) di una graduale propensione verso quella che noi oggi definiamo “democrazia”, e non un immediato caos provocato da interventi destabilizzanti da parte di alcuni Paesi Europei ( inclusa l’Italia) che avevano l’obiettivo di rovesciare il regime dittatoriale di Gheddafi ( spinti sopratutto da interessi economici: l’appropriazione dei giacimenti di gas) senza definire ex ante delle linee guida per il Paese, oggi invece penso che l’Occidente,sopratutto l’Italia,debba intervenire; non solo per l’Italia da un punto di vista prettamente economico (in quanto ci sono interessi economicamente strategici) ma anche e sopratutto a difesa del territorio occidentale a fronte del continuo avanzare del’Is sul territorio libico.
Intervento militare frenato, fino a poco tempo fa, dalla volontà di far trovare un accordo ai due governi libici ( che ne avrebbe invece legittimato l’intervento militare dell’Occidente): il prolungarsi delle trattative, con la fallimentare mediazione di Bernardino Leòn e la continua incapacità dei due governi ( Tobruk e Tripoli) di trovare un accordo per un “Governo di unità nazionale”, portano oggi l’Occidente ad accelerare nella lotta anti-terrorismo non escludendo un intervento militare anche in assenza di una richiesta formale da parte di un unico governo libico legittimo.
Anna Morrone
